Questi vini provengono da uve prodotte secondo il metodo biodinamico, formulato negli anni ’20 del secolo scorso dall’austriaco Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia.
I tre principi della biodinamica sono:
- mantenere la fertilità della terra, liberando in essa materie nutritive;
- rendere sane le piante in modo che possano resistere alle malattie e ai parassiti;
- produrre alimenti di qualità più alta possibile.
Per un approfondimento delle caratteristiche dell’agricoltura biodinamica, si rimanda al sito dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica.
Anche per i vini biodinamici, come nel caso di quelli biologici, non c’è un riferimento normativo univoco ma alcune associazioni ed enti hanno formulato delle regole che, pur partendo dai criteri del “biologico”, fissano limiti ancor più severi, soprattutto nella fase della lavorazione in cantina.
Citiamo, come esempio, l’associazione “La Renaissance d’Appellation” (nata nel 2008 in Francia ed ora presente anche in Italia) la quale, nella sua Carta di Qualità, esclude l’utilizzo di ogni varietà di additivi aromatici, di enzimi e batteri, di zuccheri; esclude altresì i metodi di superconcentrazione, acidificazione, chiarificazione, ecc.
Altre fonti utili che sentiamo importante citare, per approfondire l’argomento nelle sue varie sfaccettature, sono:
- ViticolturaBioDinamica , un progetto che promuove il Metodo Biodinamico Moderno di Leonello Anello e che ha un proprio marchio (i vini biodinamici ®);
- Demeter Associazione Italia, un’associazione privata di produttori biodinamici che certifica il proprio marchio (vino Demeter / Biodynamic ®) secondo uno specifico disciplinare.


